Esiste la formula matematica dell’amore?

di Elena Rinaldi

Verità e Bellezza,  Amore e Morte,  Matematica e Tattoo. Sulla congiunzione di queste sfere apparentemente antitetiche si costruisce il film Rites of Love and Math ideato dal matematico e fisico Edward Frenkel e dal regista francese Reine Graves.

L’idea di  Frenkel  era quella di creare un film che mostrasse la bellezza e la seduzione della matematica a dispetto del comune sentire di totale apatia nei confronti di questa secolare disciplina. Le Monde lo ha definito:

“(…) un étonnant court-métrage (…) ce film offre une vision romantique inhabituelle du mathématicien”

E in effetti il film, oltre a infrangere le barriere del cinema convenzionale, cerca di superare lo stereotipo del matematico come individuo solitario e privo di sentimenti coinvolgenti. Il contro esempio viene dato proprio dal protagonista, un matematico che  trova la formula dell’amore e la tatua sul ventre della donna. I simboli matematici si incidono lentamente nel corpo della giovane giapponese seguendo  la drammatica musica wagneriana di Tristano e Isotta. Il nero dell’inchiostro inizia a comparire sulla scena dominata solo dalle tonalità del rosso e del bianco.

Passione, purezza e morte. Un’allegoria della vita ma anche una metafora  della matematica che porta a comprendere il linguaggio della natura e le regole della logica.
Rites of Love and Math si ispira a un controverso film della tradizione giapponese, “Yukoku” (pt.123) girato da Yukio Mishima  nel 1965 e che rimase censurato per 40 anni fino a quando non venne riscoperto nel 2008. Un coinvolgente dipinto in movimento, un’astrazione della vita e una passionale concezione della matematica, questo hanno voluto mettere in scena Edward Frenkel e di Reine Graves.

Articles about Rites of Love and Math : Huffington Post – New Scientist – Oggiscienza