Donare la vita e toglierla dopo pochi istanti

di Elena Rinaldi

Una madre che mette alla luce un figlio gravemente malato e decide di sottrarlo alla sofferenza è eticamente e giuridicamente ammissibile? Infanticidio o aborto “fuori tempo massimo”?

L‘articolo di Alberto Giubilini e Francesca Minerva, pubblicato il 23 febbraio sul Journal of Medical  Ethics, ha portato alla ribalta la questione della morte terapeutica per il neonato. Le questioni etiche sono tante: quando un essere umano da feto diventa bambino? Per quanto tempo la madre ha il potere di donare e di togliere la vita? Quale vita è degna di essere vissuta e soprattutto a chi spetta il compito di decidere? La tecnicizzazione della medicina non permette di lasciar morire, tuttavia di far morire. Forse il paradosso maggiore dei nostri tempi che impedisce alla logica di dare risposte esaurienti.

Intanto la stampa cattolica grida all’infanticidio. Il  direttore del JME Julian Savulescu si giustifica:

“Come direttore del Journal, voglio difendere la pubblicazione dell’articolo. Le opinioni esposte sono in gran parte non nuove e sono state avanzate più volte nella letteratura accademica e in occasioni pubbliche dai più eminenti filosofi e bioetici mondiali, tra cui Peter Singer, Michael Tooley e John Harris in difesa dell’infanticidio, che gli autori chiamano “aborto post-natale”. Il contributo nuovo di questo articolo non è una posizione a favore dell’infanticidio – sono ripetuti gli argomenti resi famosi da Tooley e Singer – ma piuttosto la loro applicazione rispetto al bene della madre e della famiglia. L’articolo segnala anche che l’infanticidio è praticato in Olanda. Molti sono e saranno in disaccordo con queste posizioni. Ma lo scopo del Journal of Medical Ethics non è affermare la Verità o promuovere qualche legge morale. È di presentare opinioni ragionevoli basate su premesse diffusamente accettate.”

Dopo aver riassunto il senso dell’articolo, spiega:

“Naturalmente, molti diranno che su queste basi l’aborto dovrebbe essere proibito di nuovo. È una posizione che può essere sostenuta e il Journal ospiterebbe un articolo che la esponesse efficacemente, in modo originale e riguardo a questioni di interesse pubblico e medico. Il Journal non sostiene specifiche visioni morali, ideologie, dogmi, teorie, piuttosto che altri. Sostiene le opinioni razionali. E soprattutto, la libertà di espressione etica.
Quello che è sgradevole non sono le opinioni di questo articolo, né la sua pubblicazione in un giornale di etica. Sono le ostili, violente e minacciose risposte che ha ricevuto. Più che mai, la discussione accademica e la libertà sono minacciate da fanatici che si oppongono ai valori di una società liberale.”

http://www.ilpost.it/2012/02/29/infanticidio-aborto/